Barzellette
Il rospo
Due ragazze fanno una passeggiata ai bordi di uno stagno. Ad un tratto salta fuori un brutto rospo e dice: “Croooaaa… croooaaa… Signorine, io sono un uomo, molto intelligente per giunta. Sono un Maestro di scacchi e sono imprigionato per magia in questo corpo deforme. Per pietà, se una di voi mi da un bacio subito io tornerò ad essere un grande scacchista e la farò felice, altrimenti sarò condannato a restare nel corpo di rospo per l’eternità!” Allora una delle ragazze lo prende, lo mette nella borsetta e ferma con cura la chiusura lampo. “Ma sei matta? – dice l’amica – se lo baci ha promesso che sarà il tuo uomo!”. “Pppfff! … Con un giocatore di scacchi professionista si arriva con difficoltà a fine mese… Mentre con un rospo che parla…”
Boris Spassky
Un appassionato di scacchi prende il volo Mosca-Malpensa. Poco dopo la partenza riconosce qualche fila piu’ avanti Boris Spassky. Vinta la timidezza il nostro gli si avvicina e dopo qualche complimento i due si sfidano sulla scacchiera. Due, tre, rapide partite, ma per il nostro appassionato scacchista naturalmente nessuna vittoria, stanco della solfa chiede a Spassky di poter usufruire di qualche vantaggio, Boris generosamente si impegna a muovere soltanto con la mano sinistra. Il nostro arriva a Milano e a prenderlo trova un caro amico anch’egli scacchista, subito gli racconta gli eccezionali avvenimenti accadutegli in volo e amareggiato confessa che anche col vantaggio accordatogli non e’ riuscito a pareggiare nemmeno una partita. “Per forza – replica l’amico. – Non sai che Spassky e’ mancino!”
Il vecchio russo
Il grande campione Lasker raccontò tutto serio ad un giornalista: “Durante un torneo a Mosca un vecchio russo è venuto a trovarmi e mi ha chiesto di fare una partita. Ho accettato e mi ha battuto in 20 mosse. La rivincita: idem!”. “Incredibile – commenta il giornalista – e che avete fatto poi?”. “L’ho portato nell’albergo dove era Capablanca e gli ho chiesto di affrontarlo…”. “E allora?”. “Non mi crederete, ma il vecchietto ha battuto il grande Capa in 15 mosse!”. “Straordinario! Ma che è successo a questo vecchio moscovita?”. “Abbiamo dovuto ammazzarlo, naturalmente!”
L’arbitro di Scacchi
Durante un torneo di scacchi un Arbitro Internazionale si annoiava a non far niente, seduto alla sua scrivania. Passa un ragno; l’organizzatore vuole schiacciarlo ma l’arbitro lo impedisce. Il ragnetto si trasforma allora in una fata e gli dice: “Mi hai risparmiato, esaudirò tre tuoi desideri”. “OK, ne ho abbastanza di essere arbitro, ho sempre sognato di essere un campione di scacchi”. Un colpo di bacchetta magica e oplà! eccolo seduto al tavolo 1, con un ELO di 2500 punti. Tutto gli sembra facile, è diventato un fuori classe! Secondo desiderio: “Vorrei avere della birra per tutta la mia vita”. Altro colpo di bacchetta e una fila lunghissima di camion pieni della deliziosa bevanda sostano davanti alla sua casa. Ultimo desiderio: “Mi sono stufato di lavorare, voglio non fare più niente per tutto il resto della mia esistenza!”. Ed oplà… egli si ritrova seduto alla sua scrivania di arbitro!
I due scienziati
Due scienziati, uno al polo nord e l’altro al polo sud, decidono di riempire le loro giornate di studio giocando a scacchi per posta. Quello al polo nord manda la prima mossa, che arriva dopo un mese a quello al polo sud. Quest’ultimo dopo un mese di riflessione, risponde e rimanda la sua mossa che arriva dopo un altro mese all’altro polo. La partita continua con questo ritmo per alcuni anni. Poi, lo scienziato del polo sud non riceve più niente… Passano sei mesi e niente ancora… Passano altri 6 mesi… niente. Una mattina però, si sentono i latrati dei cani da slitta che si avvicinano sempre più al rifugio spazzato dalla tormenta. Si presenta il postino che gli porge una lettera scritta proprio dall’altro scienziato. Freneticamente, afferra la busta e la strappa nervosamente per vedere subito quale sia la mossa inviata. Apre il foglietto… e all’interno c’è scritto: “…acconcio…”.
Il pastore e il dissidente
La scena si svolge nella gelida Siberia spazzata dal vento. Un ex dissidente esiliato vive isolato dal resto del mondo e si mantiene a stento con quello che riesce a coltivare e ricavare dalla terra. Solo una vecchia radio, che funziona a stento, lo tiene a mala pena collegato con il resto del mondo. Grazie ad essa, ascolta le poche notizie, anche scacchistiche, unico passatempo concessogli dalla solitudine. Ma un bel giorno la radio si guasta. Disperato, passa più di 3 anni senza sapere niente di quello che accade nel mondo. Una mattina, mentre lavora nel suo orticello, intravede un grosso gregge di pecore che avanza lentamente nella gelida steppa. Tutto emozionato per quell’unico contatto umano che gli si prospetta, si catapulta verso il pastore che guida il gregge. Finalmente una persona con cui parlare in russo, una lingua che stava quasi dimenticando!! Dopo i convenevoli, entrambi felici e sorridenti per quel po’ di calore umano regalato dal destino, si mettono a chiacchierare. Davanti al fuoco di un camino e con una calda tazza di tè in mano, il dissidente tempesta di domande il pastore su varie materie, per sapere le novità dal mondo. Lui risponde felicemente a tutte le domande e quando può arricchisce con ulteriori particolari. Ad un certo punto il dissidente chiede: “Ma dimmi una cosa: com’è finito il match tra Fischer e Spasskij? La radio mi si è rotta dopo la seconda partita…”. Il pastore cessa all’improvviso di sorridere. I suoi occhi si riempiono di lacrime e con le labbra tremolanti dice: “… ho perso io …”.
Il Far West
Il piu’ scatenato, feroce, spietato pistolero del Far West, una miscela tra John Wayne e Clint Eastwood, compra un nuovo cavallo. Fa due giri sulle strade polverose del paesino, poi decide di bere qualcosa al bar. Lascia il cavallo fuori, entra nel saloon e ordina un doppio whiskey, ma sente qualcuno che urla: “Attento, ti frega il cavallo!!”. Il pistoleros, senza pensarci due volte, tira fuori la pistola e spara dappertutto, ammazzando un paio di avventori, poi corre fuori e vede il cavallo che stava proprio dove l’aveva lasciato prima… non si era mosso neanche di un centimetro! Torna dentro e continua a bere il suo whiskey, finche’ non sente di nuovo: “Ma attento! Ti frega il cavallo!”. Corre di nuovo fuori sparando ad ogni cosa che trova davanti, ammazzando cosi’ un altro paio di facce sospette che erano nel suo percorso. Ma una volta fuori trova che il cavallo sta ancora lì, intatto!! Torna nuovamente dentro a bere il suo whiskey, e sente una voce venire da sotto il bar: “Ma per amor del cielo, John, questo ci ammazza tutti, smettila di giocare a scacchi”.
La grande finale
Gran finale del campionato intercontinentale di scacchi. I due grandi maestri sono ai lati opposti del tavolo e da ore contemplano attentamente i pezzi sulla scacchiera. Tutti i cronisti radio TV e i giornalisti presenti attendono impazienti e col fiato sospeso il prossimo movimento. Passano le ore, e ancora altre ore, ma non succede nulla. Non un movimento, una parola, un battito di ciglia. Passano altre ore, la tensione e’ palpabile, ma nessuno dei presenti osa fiatare. Passano ancora altre ore, finche’ il gran maestro improvvisamente inarca il sopracciglio. La platea ha un sussulto, si agita, mentre un leggero mormorio si diffonde nell’ambiente. Il gran maestro finalmente solleva lo sguardo, sorride, si guarda intorno e dice: “Ah, scusate…Toccava a me?”
Il contadino
Un giorno il famoso scacchista Emanuele Lasker aspettava il treno nella stazione di un paesetto e, per passare il tempo, si mise a fare una partita con un contadino del luogo. Dopo la ventesima mossa il Maestro Lasker dovette abbandonare. “Ben giocata – ammise il campione di malavoglia – però dimmi: perchè non hai utilizzato i cavalli?”. “Ah, i cavalli – rispose il bifolco – vuoi dire quegli strani pezzi, con la testa di ciuccio? Sarò sincero … non saccio come si muovono!”.
L’ubriaco
Mihail Tal (Misha per gli amici) era un gran fumatore e non si privava nemmeno di bevande … spiritose. Nel 1988, al banchetto che seguì il torneo di Reykjavik (Islanda), diventò così sbronzo che cadde profondamente addormentato. I suoi amici russi, i grandi campioni Korchnoi e Spassky, si guardarono l’un l’altro. “Lo trasportiamo?” – domandò l’uno. “D’accordo” – rispose l’altro. La distanza fino all’albergo era considerevole, però i due, che erano gli eterni rivali di Tal, ma stavolta avevano riunito le loro forze, riuscirono nell’impresa… L’attonito portiere dell’hotel, che osservava l’ubriaco in stato d’incoscienza, si sentì dire: “Qui c’è un giocatore di scacchi che ha dovuto pensare così profondamente che è davvero esausto!”
La moglie stufa
Alla vigilia di un torneo di scacchi un incallito giocatore dilettante confida al suo amico: “Mia moglie mi ha detto che si è proprio stufata e che se domani vengo a giocare lei prende i bambini e mi lascia!”. “Ed allora, che farai domani?”. “Beh, farò l’apertura e4, come sempre…”.
Il corteo funebre
Seduti alla terrazza del bar, due incalliti giocatori sono concentrati sulla consueta partita a scacchi. Manca ormai poco al cadere della bandierina, ma il Bianco sta per dare matto… Ecco che passa un funerale; il giocatore vicino alla vittoria, ma a corto di tempo, si alza e si toglie rispettosamente il cappello fino alla fine del corteo. Così il tempo scade ed egli perde la partita! Il Nero si meraviglia. “Ma come, per un cadavere che passa hai perso un incontro già vinto?”. “Beh, risponde il Bianco, che vuoi… glielo dovevo. Eravamo sposati da 20 anni…”.
Le scuse…
Al Grande Maestro di scacchi Tartakover fu chiesto di spiegare il suo pessimo risultato in un torneo. “La prima partita – rispose – avevo mal di denti, la seconda un’emicrania. Nella terza ho avuto un attacco di reumatismi ed anche nella quarta non mi sentivo proprio bene col raffreddore”. “E nella quinta?”. “Beh, mi sarà concesso di perdere un incontro, non posso mica vincerli tutti!”.
La seduta spiritica
Un tizio, mediante seduta spiritica, riesce a mettersi in contatto con un amico scacchista morto qualche anno prima. Dopo qualche rapido convenevole l’argomento passa sulla passione comune dei due; risulta che nell’ al di la’ si giochi costantemente a scacchi.
Il tizio in questione ne e’ felicissimo e si informa se per caso vi siano anche noti GM nei tornei celestiali. Lo spirito glielo conferma e, sconsolato, gli annuncia: “La settimana prossima hai il nero contro Capablanca”. Il tizio replica: “azz.. il nero”.
Il cane scacchista
Seduto su una panchina in mezzo ad un parco, un signore gioca a scacchi contro il suo cane. Un passante li vede e si ferma attonito a guardarli: sulle prime pensa ad uno scherzo, o a qualche candid camera, quindi si mette in disparte e continua ad osservarli. Per 10 minuti non succede niente; il cane, che non si è nemmeno accorto dell’estraneo, scruta la scacchiera con uno sguardo intensissimo, e proprio mentre il passante si sta convincendo che il signore in realtà sta giocando da solo, e il cane sta solo guardando senza capirci molto, ecco che improvvisamente il cane stende la zampa, l’accosta al cavallo e lo riporta all’indietro. Il passante pensa di avere le traveggole e di essersi immaginato tutto, ma ecco che subito alla spinta del pedone in e5 del padrone, il cane indietreggia il cavallo in prima traversa !! Il passante è fuori di sé, e non potendone piu’ si avvicina ai due e si rivolge al padrone: “ma è incredibile !! è pazzesco … ” al ché il padrone gli fa segno di fare silenzio ammiccando verso il cane immerso nell’analisi, facendogli capire che non era opportuno disturbarlo, ma invitandolo a dirigersi un po’ piu’ lontano. Allontanatisi a sufficienza, il passante fa allo scacchista: “Ma è pazzesco, quel cane è un genio, il mondo deve sapere, i giornali …”. Al ché lo scacchista lo interrompe sghignazzando: “ma che genio e genio, quel cane è un cretino, sono tre volte che gli gioco la stessa variante e ancora non ha capito che la sortita del cavallo in d5 è prematura !!”
Il “malato”… di Scacchi
COME RICONOSCERE UN ‘MALATO’ DI SCACCHI: Questa che segue è una lista di ‘sintomi’ che permettono di riconoscere una persona normale ed equilibrata da un vero ‘malato di scacchi’. Le mogli di scacchisti ‘dipendenti’ riconosceranno subito i segni inconfondibili della malattia:
- Andare subito alla ricerca della rubrica degli scacchi, prima di leggere qualsiasi altra parte del giornale.
- Mormorare ‘acconcio’ ogni volta che si urta contro qualcosa o qualcuno.
- Tenere un libro di scacchi e una scacchiera portatile in bagno.
- Chiedere a qualsiasi nuova conoscenza se sa giocare a scacchi.
- Chiedere a tutti i giocatori di scacchi: ‘qual è il tuo punteggio ELO?’
- Dirigersi direttamente alla sezione Giochi/Scacchi ogni volta che si entra in libreria.
- Possedere più libri di scacchi che libri di qualsiasi altro argomento.
- Possedere più orologi da gioco che orologi da polso.
- Tenere una scacchierina anche al lavoro, magari nascosta nel cassetto.
- Capace di moltiplicare 8×8 più velocemente che 7×7.
- Pensare che le ‘Olimpiadi’ (di scacchi) si tengono ogni due anni.
- Chiamare il primogenito Garry o Judith e decorare la stanza del bambino a scacchi bianchi e neri.
- In un film, fare più attenzione alla posizione sulla scacchiera che all’azione del film.
- Quando richiesti di un’opinione sul film di cui sopra, rispondere che la casella alla destra del bianco era nera…
Battute
Ultime notizie: lo scacco matto è stato dichiarato sano di mente!
Un giovanotto all’entrata di una sala da ballo: “Scusi, quanto costa l’ingresso?”. “Ventimila con la dama!”. “E se entro con gli scacchi?”
Perché quando finalmente hai tutte le carte, gli altri decidono che é arrivato il momento di giocare a scacchi?
A scuola mi esclusero dalla squadra di scacchi a causa della mia statura. (Woody Allen)
Un mio amico giocava a scacchi. Ha chiamato il veterinario perché il cavallo non mangiava. (Fichi d’India)
Due stanno giocando a scacchi. Ad un certo punto uno muove e dice “Matto!”. E l’altro urla: “Matto a chi?!?”
Qual e’ la differenza fra un funzionario e un giocatore di scacchi? Il giocatore di scacchi di tanto in tanto fa un movimento.
Due giapponesi giocano a scacchi. Il primo: “allocco”, l’altro: “stlonzo”.
Con alcuni amici, ho fondato un circolo non professionistico di scacchi, tutto composto da amatori. Però siamo talmente polli che, più che amatori, ci chiamano “Amadori”.
Conoscete il traffico di Palermo? E’ come gli scacchi: per andare avanti devi mangiare un pedone!
Ale: “Da te fegato e cervello hanno fatto l’arrocco!”.
Ho comprato degli scacchi a Pisa… le torri sono oblique!
“A signò, sei n’ pedone, mica n’ arfiere!”. (autista romano a donna che attraversava in diagonale)
Io il circolo degli scacchi lo farei in Centro… perche’ li’ c’e’ la zona pedonale!
Architetto italiano progetta torri in grado di muoversi. In caso di pericolo arroccano.
Di cantiere in cantiere, il Comune di Bologna continua a tenere la città sotto scacco. Alla fine, le Torri resteranno senza Pedoni.
Per capire la differenza fra uomo e donna basta pensare agli scacchi… Il re puo’ muoversi solo di una casella, la Regina fa quello che vuole.
“Signor Steiniz – disse un affarista milionario – Voi partecipate ai tornei di scacchi solo per i soldi, mentre io ci vengo soltanto per l’onore!”. “Ebbene – rispose il campione – ognuno gioca per quello che non ha!”